Recentemente il problema dei derivati, o swap, i contestati contratti che spesso creano danni non solo a chi li ha sottoscritti ma anche a chi li ha proposti, sono recentemente tornati alla ribalta. Il motivo? I comuni italiani, da Milano in poi, li hanno giudicati, troppo avventatamente, dei comodi strumenti per riuscire a stabilizzare i debiti. In molti sospettano, infatti, che la facilità con la quale questi contratti sono stati firmati, sia frutto non tanto di incapacità da parte dei rappresentanti politici e dei consulenti delegati alla questione, quanto dell’intenzione, più o meno espressa da parte degli istituti di credito, di rendere nota la reale pericolosa natura dei contratti sui derivati e del fatto che, in realtà, sono a tutti gli effetti una scommessa al buio.
Ecco spiegati i vari problemi reati alle amministrazioni comunali. Un esempio può essere quello di Milano con Unicredit. E proprio a proposito di Unicredit, un documento del 2005, sottolinea come solo con l’istituto in questione, le Regioni ed altri vari enti locali avevano una esposizione sugli swap di oltre 4 miliardi di euro. Non solo, ma questo fa notare come il ricorso a strumenti troppo rischiosi e anche particolarmente difficili da comprendere spesso anche per chi è addetto ai lavori, non sia una prerogativa di destra o di sinistra. Ed il fatto che siano facilmente sottoscrivibili, fa capire come la situazione in sè sia mutevole, un work in progress difficile da gestire. I numeri disponibili per adesso, però, sono già allarmanti. Un esempio, sempre su Unicredit, arriva dal comune di Torino (350 milioni), come anche da Milano (595 milioni di cui oltre 200 milioni scaduti nel 2011), oppure intere regioni come il Molise (50 milioni) e Lazio (348 milioni). A questo punto inutile negare il dubbio: aministratori troppo disinvolti nel proporre, e poi firmare, questi contratti, presenza di interessi personali in gioco oppure “raggiro”, come stabilito dalla procura di Aqui Terme nel contenzioso con Unicredit, da parte delle varie banche che puntualmente li propongono? Il sospetto è grave anche perchè, come nel caso di Aqui Terme, a far nasere le indagini non è stato un esposto fatto dai rappresntenti politici, bensì da comuni cittadini riuniti in un comitato.